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Tersite alla guerra

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Tersite alla guerra


L’esempio? Fulgido. Beh, ovviamente.
Le forze nemiche? Preponderanti,
come da copione. Poi c’è lo sprezzo
del pericolo - supremo, se crepi –
però stasera usciamo di pattuglia,
e per stasera basta cazzeggiare,
basta parole incrociate. Ho il comando,
ma odio queste cose e spero solo
di tornare senza perdite al campo.
C’è chi ci ha fatto lo stomaco, io no.
Quando qualcuno salta su una mina
si incolla addosso il puzzo di bruciato e
non c’è doccia né sapone che tenga:
qualcosa, dentro, continua a saltare.

Dobbiamo ispezionare alcune case,
e allora ci appostiamo nei paraggi;
chiedo conferma per radio, e al segnale
SBAM! voliamo tutti dentro gridando
armi in pugno che nessuno si muova.
Ma proprio non è sera, e già alla prima
facciamo un gran casino, poi capiamo,
ci guardiamo, e ci scappa da ridere:
solo un bordello di povera gente.
Non importa che al comando si sappia:
facciamo un po’ di pausa con le donne.
Straniere, ma che c’entra, lì nel buio
i loro occhi ancora spaventati
non sono in niente diversi dai nostri.

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