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al testo proposto da Rosanna Varoli
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Tersite alla guerra
L’esempio? Fulgido. Beh, ovviamente. Le forze nemiche? Preponderanti, come da copione. Poi c’è lo sprezzo del pericolo - supremo, se crepi – però stasera usciamo di pattuglia, e per stasera basta cazzeggiare, basta parole incrociate. Ho il comando, ma odio queste cose e spero solo di tornare senza perdite al campo. C’è chi ci ha fatto lo stomaco, io no. Quando qualcuno salta su una mina si incolla addosso il puzzo di bruciato e non c’è doccia né sapone che tenga: qualcosa, dentro, continua a saltare. Dobbiamo ispezionare alcune case, e allora ci appostiamo nei paraggi; chiedo conferma per radio, e al segnale SBAM! voliamo tutti dentro gridando armi in pugno che nessuno si muova. Ma proprio non è sera, e già alla prima facciamo un gran casino, poi capiamo, ci guardiamo, e ci scappa da ridere: solo un bordello di povera gente. Non importa che al comando si sappia: facciamo un po’ di pausa con le donne. Straniere, ma che c’entra, lì nel buio i loro occhi ancora spaventati non sono in niente diversi dai nostri. |
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